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Vi sono molte affinità tra poeti e pittori sudamericani e ispanoamericani che si riscontrano ogni qualvolta ci si avvicini a loro. Spesso si ha modo di verificare quanto questi artisti trattino in coerente misura gli stessi temi, che ripresi da diverse angolature rivelano un universo di contenuti e di immagini
Maurizio Melis Roman è sudamericano, di origine cilena come Pablo Neruda, non è appunto un caso se nei suoi lavori inserisce poesie di questo maestro ma anche di Garcia Lorca, Ruben Dario, Machado Antonio,in una comune condivisione (... l'ansia di totalità e la perpetua ricerca di perfezione che sembrano culminare nell'affermazione dell'amore come "via di uscita dal Labirinto della solitudine" e come anello di congiunzione tra l'istante e l'eternità, tra l'immanenza e l'assoluto. (Oviedo)

Superfici, campiture, lembi di tela sono gli spazi semantici dove si delineano variegazioni policrome entro le quali nasce il messaggio: la traccia, il simbolo, l'archètipo che si impossessano del tempo, in un alternarsi di manifestazioni a volte rituali, a volte evocative, fino a pannelli e strutture dove la mente trova respiro nel puro colore. (...)
Sotto questa sabbia simbolicamente illuminata, lungo arse distese goffrate dal vento, l'animo dell'artista non sa trattenere quell'anelito che porta la vita questo sogno-realtà che non vuole soggiacere al silenzio e all'oblio. Nasce e si intensifica da questa attrattiva pittorica un abbraccio tra poesia e storia della scienza tra le quali primeggiano pittografia, etnografia, archeologia, ed è in questo intreccio, come spalmato, che l'afflato personalissimo dell'artista va alla ricerca di se stesso, ma anche del mondo: conoscenze, analogie tra mappe e percorsi, segni e segnali, dove viene da ricordare quanto sostenuto nelle sue teorie sull'arte da Gyorgy Lukàcs, "dal particolare all'universale".
Giuseppe Mortara
Esperienze di questo genere testimoniano come un interprete della nostra civiltà dell'immagine, possa fermare in uno spazio reale ed estetico un certo momento della cultura, la cui finalità diventa più riflessiva che coreografica.
Perchè, ricordare è in antitesi alla condizione irreversibile del trascorrere del tempo, edifica nell'illusione il sogno estraniante nei confronti dell'effettivo trascorrere di questo e traccia un sentiero che dal minimo e insignificante può condurre all'assoluto.
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